jueves, 8 de noviembre de 2007

E' morto Enzo Biagi: Partigiano e LIBERO giornalista


"La mia generazione trovava eccitante leggere un'edizione della Divina Commedia con le illustrazioni del Doré. Adesso sui muri c'è scritto " CULO BASSO BYE BYE ". Capisce che è un po' diverso?"





"Dopo tre apparizioni in video, qualunque coglione viene intervistato, dice la sua e anche quella degli altri."





"La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola."

domingo, 4 de noviembre de 2007

Victor Jara


Víctor Jara

Da Wikipedia


Cile
Genere
Musica popolare
Periodo attività
19591973


« Non mi spaventano le minacce,padroni della miseria:la stella della speranzacontinuerà ad esser nostra. »
(Vientos del Pueblo, 1973)
Víctor Lidio Jara Martínez, (Chillán, 28 settembre 1932 - Santiago del Cile, 16 settembre 1973), è stato un musicista, cantautore e regista teatrale cileno.
Proveniente da una famiglia contadina, è divenuto nel tempo un punto di riferimento internazionale della canzone di protesta e del cantautorato. È stato assassinato durante la repressione seguita al colpo di stato del generale Augusto Pinochet dell'11 settembre 1973, contro il governo democraticamente eletto di Salvador Allende.


Il cantautore

Víctor Jara è stato autore di indimenticabili canzoni. Fra queste, le più famose sono forse Plegaria a un labrador ("Preghiera ad un lavoratore"), Te recuerdo Amanda ("Ti ricordo Amanda") e Manifiesto ("Manifesto").
Dal 1966 al 1969 è direttore artistico del gruppo musicale Quilapayún. Fino al 1970 si esibisce come solista nel gruppo La peña de los Parra. È del 1966 il suo primo LP (Víctor Jara), pubblicato da Arena. Con la EMI-Odeón registra l'anno seguente gli LP Canciones folclóricas de América e Víctor Jara, entrambi con la collaborazione dei Quilapayún. Nel frattempo, riceve il premio della critica per la regia di Entretenimiento a Mr. Sloane ed il Disco d'Argento dell'etichetta Emi-Odeón. Con la canzone Plegaria a un labrador vince il primo premio del Primer festival de la nueva canción chilena e viaggia ad Helsinki per partecipare ad un meeting mondiale della gioventù per il Vietnam, per il quale registra Pongo en tus manos abiertas.
Nel 1970 partecipa alla Conversazione Internazionale di Teatro di Berlino e al Primo Congresso di Teatro Latinoamericano di Buenos Aires. Partecipa alla campagna elettorale di Unidad Popular e registra il disco Canto libre.
Viene nominato Ambasciatore Culturale dal Governo di Unidad Popular e nel 1971 mette musica, insieme a Celso Garrido Lecca, al balletto Los siete estados di Patricio Bunster, per il Balletto Nazionale del Cile. Insieme a Violeta Parra e agli Inti Illimani, entra nel Dipartimento de Comunicazione dell'Università Tecnica Statale. Con la casa Dicap pubblica il disco El derecho de vivir en paz, che gli vale il premio Laurel de oro per la migliore composizione dell'anno.
Tra il 1972 e il 1973, lavora come compositore per la Televisione Nazionale del Cile, investigando e raccogliendo testimonianze e contributi nel villaggio di Hermida de la Victoria. Da questo materiale, trarrà il suo disco La población. Visita l'URSS e Cuba, e dirige l'omaggio a Pablo Neruda per la vittoria del Premio Nobel.
I contadini di Ranquil lo invitano alla realizzazione di un'opera musicale che abbia per tema il loro territorio. Jara partecipa, inoltre, al lavoro volontario mobilitato per impedire la paralisi del paese che le forze reazionarie vogliono ottenere attraverso lo sciopero dei camionisti.
Nel 1973 torna a partecipare alla campagna elettorale per le elezioni del parlamento (sempre a favore dei candidati dell'Unidad Popular. In risposta ad un invito di Pablo Neruda, dirige un ciclo de programmi televisivi contro la guerra e il fascismo. Lavora a vari progetti musicali che non potrà condurre a termine, ma realizza la registrazione di Canto por travesura.


La morte

Jara fu, fino alla morte, un importante militante del Partido Comunista de Chile e membro del comité centrale delle Juventudes Comunistas de Chile. Oltre ad aver appoggiato politicamente il presidente cileno Salvador Allende, era stato attivo nell'ambito del movimento detto Nueva Canción Chilena. Il golpe del generale Augusto Pinochet contro il presidente Salvador Allende, che pose fine per molti anni alla democrazia in Cile, lo sorprende all'università. Viene preso prigioniero insieme a numerosi alunni e professori. Lo conducono allo Stadio Cile, trasformato in campo di concentramento, dove rimane prigioniero diversi giorni. Secondo alcune versioni, lo torturano a lungo, colpendogli le mani fino a rompergliele con il calcio di una pistola. Il 16 settembre lo finiscono a pistolettate. La vedova, Joan Jara, ha smentito che gli siano state strappate le unghie e altre torture alle quali si dice sia stato sottoposto. Joan Jara racconta testualmente:

« Siamo saliti al secondo piano, dove erano gli uffici amministrativi e, in un lungo corridoio, ho trovato il corpo di Víctor in una fila di una settantina di cadaveri. La maggior parte erano giovani e tutti mostravano segni di violenze e di ferite da proiettile. Quello di Víctor era il più contorto. Aveva i pantaloni attorcigliati alle caviglie, la camicia rimboccata, le mutande ridotte a strisce dalle coltellate, il petto nudo pieno di piccoli fori, con un’enorme ferita, una cavità, sul lato destro dell’addome, sul fianco. Le mani pendevano con una strana angolatura e distorte; la testa era piena di sangue e di ematomi. Aveva un’espressione di enorme forza, di sfida, gli occhi aperti. »
Dopo averlo ucciso, i militari cileni non solo proibiscono la vendita dei suoi dischi, ma ordinano la distruzione delle matrici.



¡Canto que mal me sales
cuando tengo que cantar espanto!
Espanto como el que vivo
como el que muero, espanto,
de verme entre tanto y tantos
momentos del infinito
en que el silencio y el grito
son las metas de este canto.
Lo que veo nunca vi.
Lo que he sentido y lo que siento
hará brotar el momento...
Estadio Chile (1973)


(Canto, che cattivo sapore hai
Quando devo cantar la paura!’
Paura come quella che vivo,
Come quella che muoio, paura.
Di vedermi fra tanti e tanti
momenti di infinito
in cui il silenzio e il grido
sono i fini di questo canto.
Quello che vedo non l’ho mai visto.
Ciò che ho sentito e che sento
Farà sbocciare il momento.)
(Testo scritto nello stadio di Santiago del Cile poco prima di essere ucciso)


Il riconoscimento dell'assassinio

Nel 1990, la "Comissione per la Verità e la Riconciliazione" stabilì che Víctor Jara fu giustiziato il 16 settembre del 1973 nello Stadio Cile e precipitato in una fratta nei dintorni del Cimitero Metropolitano, che si trova sulla "Carretera 5 Sur". Venne poi condotto ad una stanza mortuaria come N. N., per essere poi identificato dalla moglie. I resti di Jara giacciono al Cimitero Generale di Santiago.
Nel settembre del 2003, in occasione del trentesimo anniversario del golpe, il nome di Víctor Jara è stato posto allo Stadio Cile.

Laguna Miscanti - Vicuñas



Laguna Miñiques



Freedom


Deserto di Atacama


sábado, 3 de noviembre de 2007

A caballo vamos pal monte...



Mezzo Cile e poi.. La Paz...

Carissimi!!!... dove eravamo rimasti?? 2000 km piu' a sud.. hehe siamo in viaggio da quasi un mese e a dir la verita' non saprei nemmeno da dove iniziare a raccontare, percio' procediamo con ordine, pero' sparso e sparpagliato!!!
Ieri abbiamo lasciato il Cile, siamo gia' in Bolivia a La Paz, una citta' incasinatissima e ricca di colori, ho l'impressione che rimarremo qua un po' di tempo, sembra che ci sia tanto da vedere e da fare.
Oggi abbiamo visitato un quartiere, in una collina sopra una delle piazze piu' importanti della citta', e' zeppo di negozi e botteghe di ogni tipo.. interessante!! quasi tutte botteghe artigianali, la maggior parte Aymara, vendono abbigliamento (maglioni, borse, pantaloni etc..), strumenti musicali, cibo e succhi di frutta di ogni tipo. Le strade qui puzzano e profumano allo stesso tempo, "una vasta gamma di odori e sensazioni" dall'estasi... ai conati di vomito eheh perche' quando vedi il vecchietto con la friggitrice piazzata in mezzo al marciapiede carica di pezzi di maiale delle dimensioni della tua testa, e' un bello spettacolo, carrattesristico, pero' meglio tapparsi il naso, soprattutto se l'olio sembra vernice...nera..
Le botteghe piu' belle, almeno per me, son quelle di strumenti musicali. Son tutti fatti a mano, chitarre, charangos e flauti di ogni tipo e dimensione, a dei prezzi assolutamente irrisori, l'idea che ho e' di rimanere qua una quindicina di giorni per prendere un po' di classi di charango (la chitarredda andina, per dirla in maniera semplice), poi girare un po' per il paese, anzi girarlo tutto e magari tornare a La Paz prima di andare in Peru' e prendere qualche altra lezione, almeno per imparare le basi dello strumento... solo a scriverlo me la rido da solo.. vediamo come andra', se mi rendo conto di non essere proprio una schiappa mi compro un bel charangheddo!!

L'addio al Cile e' stato rapido ed inaspettato. Eravamo a Putre, un paesino altiplanico a 3600m, stavamo boccheggiando.. ogni dieci passi bisognava fermarsi a tirare il fiato, solo il fiato eh.. non fatevi idee strane.. c'erano rimasti pochi soldi in tasca e non era possibile ritirare, allora ci siamo fatti portare dal paesino alla strada principale (5 km circa) e da li' abbiamo preso il pullman che andava dritto a La Paz. Saremmo rimasti in Cile quattro giorni in piu' per vedere il Parco Lauca, il lago Chungara', il paesino di Parinacota e vari vulcani, tutte cose che poi abbiamo visto dal pullman che passava proprio di la'!! gran culo...
Il Cile mi ha lasciato dei bellissimi ricordi, soprattutto nelle settimane di viaggio verso il nord.
I giorni trascorsi nel volontariato mi hanno fatto conoscere una delle tante realta' di questo enorme paese. Ho avuto la possibilita' di condividere giornate intere con una famiglia cilena, ho imparato piu' in quelle giornate che in tre mesi di viaggio.
Viaggiando senza avere un appoggio e spostandosi ogni 3 o 4 giorni da una citta' all'altra, lo scambio culturale mi e' senz'altro mancato, i cileni sono cortesi e sempre disposti a dare informazioni e risposte, pero' stabilire rapporti e' ovviamente impossibile, per il semplice fatto che il giorno dopo devi partire o hai altri programmi. inoltre il Cile e' risultato abbastanza caro, quindi c'era un po' di fretta di arrivare in Bolivia.
E' senz'altro un paese bellissimo, un anno di viaggio non basterebbe a conoscere tutte le sue bellezze, e probabilmente non basterebbe neache a conoscere a fondo le sue problematiche.
In tre mesi di viaggio comunque uno un po' di idee se le fa, ed allora come sta il Cile?? a me sembra che stia un po' maluccio.. si trova nel bel mezzo di una forte crescita economica, che ha tutti gli aspetti delle crescite economiche di stampo occidentale, molte piu' persone riescono ad accedere a beni di consumo (futili...) che prima erano probabilmente inimmaginabili, la televisione propone modelli di comportamento standardizzati, che in europa conosciamo bene (grandi flagelli, operazioni trionfo, saranno famosi etc..), molti giovani per strada, per fortuna non tutti, sembra che abbiano imparato bene la lezioncina, tanti piccoli taricone, costantino o come cazzo si chiamano quei deficienti che occupano la triste quotidianita' dell'italiano medio.. sia ben chiaro che la miseria esiste ancora, pero' il paese inizia assumere un aspetto che in qualche modo mi ha ricordato l'europa e il modello occidentale.
L 'economia cilena si basa fondalmente su tre cardini, l'agricoltura, la pastorizia e l'estrazione di minerali: rame, argento, oro e tant'altro. Lo stipendio minimo in Cile e' di 144000 pesos, che corrispondono a 200 euro, vi posso assicurare che una famiglia con un solo stipendio vive col cappio al collo..
La mina la fa assolutamente da padrona, in Cile lavorano compagnie multinazionali Australiane, Statunitensi e Canadesi, a queste compagnie si affianca la Codelco, impresa pubblica che si occupa dell'estrazione del rame.
Non staro' li a spiegarvi le politiche delle multinazionali straniere che sono ovviamente senza scrupoli, una mail famosa gira da un po' e riguarda la Barrick Gold e i ghiacciai perenni che vuole distruggere, e' interessante pero' la posizione degli stessi cileni davanti a questo sfruttamento dissennato delle risorse minerarie. La mina paga bene, moooolto bene.. ehee mica son scemi gli sfruttatori, un posto in miniera puo' corrispondere ad uno stipendio di 400/500mila pesos, si parla di posizioni basse, un capo miniera puo' arrivare ad uno stipendio pari a 12000 euro che qua e' una fortuna.. in sostanza i minatori son disposti a far distruggere le proprie terre, montagne, ghiacciai etc. perche' in cambio possono garantire alle proprie famiglie una vita dignitosa.
Io non mi sento di biasimarli, la colpa e' di nuovo e sempre delle imprese senza scrupoli che creano ad arte questo tipo di situazioni per avere il muto consenso dei lavoratori che in fondo non hanno molta scelta.
A parte i lati negativi c'e' ancora tanto di bello nella gente cilena, la musica e' conservata come un patrimonio nazionale, i giovani suonano!! se ne vedono tanti che vanno "de mochileo" (in viaggio) per tutto il Cile con chitarre, charangos e flauti andini tirando su i soldi per pagare gli spostamenti e c'e' una volonta' di conservare le proprie radici, soprattutto da parte del popolo Mapuche, in continua lotta per affermare i suoi sacrosanti diritti.
un po' lungo?? buff son crepato carissimi pero' era doveroso un riassuntino.. avrei tanto da dire sui posti che ho visto pero' per quello lasciamo parlare le foto!!!

Un abbraccio a tutti in particolare alla famiglia Mura, riunita per una delle nostre tipiche abbuffate... eheh tantu non bos connosco!!!

Alla prossima cia'