domingo, 4 de noviembre de 2007

Victor Jara


Víctor Jara

Da Wikipedia


Cile
Genere
Musica popolare
Periodo attività
19591973


« Non mi spaventano le minacce,padroni della miseria:la stella della speranzacontinuerà ad esser nostra. »
(Vientos del Pueblo, 1973)
Víctor Lidio Jara Martínez, (Chillán, 28 settembre 1932 - Santiago del Cile, 16 settembre 1973), è stato un musicista, cantautore e regista teatrale cileno.
Proveniente da una famiglia contadina, è divenuto nel tempo un punto di riferimento internazionale della canzone di protesta e del cantautorato. È stato assassinato durante la repressione seguita al colpo di stato del generale Augusto Pinochet dell'11 settembre 1973, contro il governo democraticamente eletto di Salvador Allende.


Il cantautore

Víctor Jara è stato autore di indimenticabili canzoni. Fra queste, le più famose sono forse Plegaria a un labrador ("Preghiera ad un lavoratore"), Te recuerdo Amanda ("Ti ricordo Amanda") e Manifiesto ("Manifesto").
Dal 1966 al 1969 è direttore artistico del gruppo musicale Quilapayún. Fino al 1970 si esibisce come solista nel gruppo La peña de los Parra. È del 1966 il suo primo LP (Víctor Jara), pubblicato da Arena. Con la EMI-Odeón registra l'anno seguente gli LP Canciones folclóricas de América e Víctor Jara, entrambi con la collaborazione dei Quilapayún. Nel frattempo, riceve il premio della critica per la regia di Entretenimiento a Mr. Sloane ed il Disco d'Argento dell'etichetta Emi-Odeón. Con la canzone Plegaria a un labrador vince il primo premio del Primer festival de la nueva canción chilena e viaggia ad Helsinki per partecipare ad un meeting mondiale della gioventù per il Vietnam, per il quale registra Pongo en tus manos abiertas.
Nel 1970 partecipa alla Conversazione Internazionale di Teatro di Berlino e al Primo Congresso di Teatro Latinoamericano di Buenos Aires. Partecipa alla campagna elettorale di Unidad Popular e registra il disco Canto libre.
Viene nominato Ambasciatore Culturale dal Governo di Unidad Popular e nel 1971 mette musica, insieme a Celso Garrido Lecca, al balletto Los siete estados di Patricio Bunster, per il Balletto Nazionale del Cile. Insieme a Violeta Parra e agli Inti Illimani, entra nel Dipartimento de Comunicazione dell'Università Tecnica Statale. Con la casa Dicap pubblica il disco El derecho de vivir en paz, che gli vale il premio Laurel de oro per la migliore composizione dell'anno.
Tra il 1972 e il 1973, lavora come compositore per la Televisione Nazionale del Cile, investigando e raccogliendo testimonianze e contributi nel villaggio di Hermida de la Victoria. Da questo materiale, trarrà il suo disco La población. Visita l'URSS e Cuba, e dirige l'omaggio a Pablo Neruda per la vittoria del Premio Nobel.
I contadini di Ranquil lo invitano alla realizzazione di un'opera musicale che abbia per tema il loro territorio. Jara partecipa, inoltre, al lavoro volontario mobilitato per impedire la paralisi del paese che le forze reazionarie vogliono ottenere attraverso lo sciopero dei camionisti.
Nel 1973 torna a partecipare alla campagna elettorale per le elezioni del parlamento (sempre a favore dei candidati dell'Unidad Popular. In risposta ad un invito di Pablo Neruda, dirige un ciclo de programmi televisivi contro la guerra e il fascismo. Lavora a vari progetti musicali che non potrà condurre a termine, ma realizza la registrazione di Canto por travesura.


La morte

Jara fu, fino alla morte, un importante militante del Partido Comunista de Chile e membro del comité centrale delle Juventudes Comunistas de Chile. Oltre ad aver appoggiato politicamente il presidente cileno Salvador Allende, era stato attivo nell'ambito del movimento detto Nueva Canción Chilena. Il golpe del generale Augusto Pinochet contro il presidente Salvador Allende, che pose fine per molti anni alla democrazia in Cile, lo sorprende all'università. Viene preso prigioniero insieme a numerosi alunni e professori. Lo conducono allo Stadio Cile, trasformato in campo di concentramento, dove rimane prigioniero diversi giorni. Secondo alcune versioni, lo torturano a lungo, colpendogli le mani fino a rompergliele con il calcio di una pistola. Il 16 settembre lo finiscono a pistolettate. La vedova, Joan Jara, ha smentito che gli siano state strappate le unghie e altre torture alle quali si dice sia stato sottoposto. Joan Jara racconta testualmente:

« Siamo saliti al secondo piano, dove erano gli uffici amministrativi e, in un lungo corridoio, ho trovato il corpo di Víctor in una fila di una settantina di cadaveri. La maggior parte erano giovani e tutti mostravano segni di violenze e di ferite da proiettile. Quello di Víctor era il più contorto. Aveva i pantaloni attorcigliati alle caviglie, la camicia rimboccata, le mutande ridotte a strisce dalle coltellate, il petto nudo pieno di piccoli fori, con un’enorme ferita, una cavità, sul lato destro dell’addome, sul fianco. Le mani pendevano con una strana angolatura e distorte; la testa era piena di sangue e di ematomi. Aveva un’espressione di enorme forza, di sfida, gli occhi aperti. »
Dopo averlo ucciso, i militari cileni non solo proibiscono la vendita dei suoi dischi, ma ordinano la distruzione delle matrici.



¡Canto que mal me sales
cuando tengo que cantar espanto!
Espanto como el que vivo
como el que muero, espanto,
de verme entre tanto y tantos
momentos del infinito
en que el silencio y el grito
son las metas de este canto.
Lo que veo nunca vi.
Lo que he sentido y lo que siento
hará brotar el momento...
Estadio Chile (1973)


(Canto, che cattivo sapore hai
Quando devo cantar la paura!’
Paura come quella che vivo,
Come quella che muoio, paura.
Di vedermi fra tanti e tanti
momenti di infinito
in cui il silenzio e il grido
sono i fini di questo canto.
Quello che vedo non l’ho mai visto.
Ciò che ho sentito e che sento
Farà sbocciare il momento.)
(Testo scritto nello stadio di Santiago del Cile poco prima di essere ucciso)


Il riconoscimento dell'assassinio

Nel 1990, la "Comissione per la Verità e la Riconciliazione" stabilì che Víctor Jara fu giustiziato il 16 settembre del 1973 nello Stadio Cile e precipitato in una fratta nei dintorni del Cimitero Metropolitano, che si trova sulla "Carretera 5 Sur". Venne poi condotto ad una stanza mortuaria come N. N., per essere poi identificato dalla moglie. I resti di Jara giacciono al Cimitero Generale di Santiago.
Nel settembre del 2003, in occasione del trentesimo anniversario del golpe, il nome di Víctor Jara è stato posto allo Stadio Cile.

7 comentarios:

Anónimo dijo...

ciao Anto'!

questi posti sono a saaaaleeeee!

ti seguo sempre con molto piacere...magari un giorno riesco a seguirti veramente in quei posti...tanto, ci scommetto tutto,ci tornerai in America.
a presto

p.s.
mhi ricordati quell'affare a otto corde mhi!

Anónimo dijo...

ah sono Raffaele...

Anónimo dijo...

anzi...a dieci corde....quella cosa a diei corde.
ciao

Raffaele

eccolola dijo...

oe' valigia'!! penso proprio che la storia del charango sia fattibile, ho visto un po' di prezzi e con 50euriii se ne puo'comprare uno buono, fatto a mano, bette storia, me lo compro anch'io.. la cosa piu' incasinata sara' mandarlo, dovro' fare un pacco massiccio..
oggi vado per le classi di charangheddo, 3 euro l'ora ehehe a sale non vedo l'ora cia'!!!

Anónimo dijo...

Ciao Antò,
bravo cazzo. Oltre ad essere un viaggiatore coraggioso curioso capace, un ex attaccante rompiculo, ti riveli anche un ottimo narratore; è piacevole leggerti (mi riferisco ovviamente al penultimo post e non al copia incolla su Victor Jara).
Sai perché penso sia piacevole leggerti? perché fai venire voglia di Cile. Terra che dalle vostre foto appare incantevole e nel contempo così diversa dai paesaggi europei. E poi è la terra di quei due mostri sacri che sai quanto mi attraggono. Ecco perché, in onore degli ultimi tuoi due post, ho deciso che riprendo subito in mano 'Confesso che ho vissuto', le memorie di Neruda, la cui vita si intreccia con quella di Salvador (che è anche una delle poche canzoni dei Nomadi, che non prende a culo dopo un po', o no?) e altri grandi mentori del '900 (Lorca, Amado, Quasimodo, ecc.).

Un abbraccio
Fabio

P.S.: ti ho risp lungamente per mail

Anónimo dijo...

Ciao Antonio Mù
unu basu mannu...

Facò..e booo cazz


cià

Andrea rò

Anónimo dijo...

Ciao Antoine, finalmente ho trovato il tuo blog.

Ti voglio bene,cazzo!!!

Stai facendo grandi cose e sono felicissimo per te.

Porta un po' di Naso nelle valigie dei tuoi pensieri...

...Naso farà lo stesso con te...